Era ancora un ragazzino, Yves Henri Donat Mathieu Saint-Laurent, quando fu chiamato a sostituire Christian Dior alla direzione creativa della prestigiosa maison francese; un ragazzino diligente, appassionato e con una strada davanti che sembrava già scritta.
Esordì nel 1958 con una collezione che fece scalpore, non soltanto poiché frutto della stupefacente creatività di un enfant prodige, ma anche per l’estro irriverente, grintoso e “politicamente scorretto” che sfidava il conformismo dell’epoca. In quell’occasione lo stilista presentò il celebre abito a trapezio, che sarebbe stato costantemente rivisto e rivisitato nel corso degli anni.
In tutta la carriera di Yves Saint-Laurent, uno dei padri creatori dell’alta moda del Novecento, uguale peso avranno la cura sartoriale e la capacità di sovvertire le regole, con l’unico risultato di rivestire la silhouette femminile di nuova raffinatezza.
Alla notizia della sua morte, sopraggiunta nel giugno del 2008, si è levato un cordoglio accorato da parte della stampa, delle istituzioni e dell’opinione pubblica, in onore dell’uomo dai grandi occhiali e della sua indimenticabile opera.
Nato in Algeria da un’agiata famiglia francese che si era trasferita lì a causa della guerra franco-prussiana, Yves ha appena fatto il suo ingresso nel mondo della moda quando viene chiamato a prestare servizio militare nel suo paese d’origine.
Al suo ritorno, grazie alla collaborazione di Pierre Bergè, il suo compagno, Saint-Laurent riprende la carriera bruscamente interrotta e fonda un’ etichetta tutta sua, dimostrandosi precursore degli stili e dei tempi. Yves Saint-Laurent è sì ipnotizzato dalla moda, dalle passerelle, dalla consistenza delle stoffe e dai tagli di alta sartoria ma ha anche capito che l’haute couture non può stagnare nella sua dimensione privilegiata e autoreferenziale, accessibile a pochi, ma deve scendere per strada, mescolarsi alla folla, imprimersi di umanità per poter diventare prodotto industriale di successo. Questa e molte altre sue intuizioni cambiarono per sempre il modo statico e inamidato di considerare l’eleganza.
Saint-Laurent fu il primo a trasferire dal guardaroba di lui a quello di lei alcuni capi d’abbigliamento come lo smoking, il blazer, il giubbotto di pelle; fu il primo a ricercare commistioni di sapore etnico, attingendo dalla sua Africa di origine, ma anche da altri paesi del Mediterraneo; fu il primo a sostenere con grande convinzione un parallelismo tra il mondo dell’arte e il mondo della moda, (cosa che ai tempi non era così inflazionata come lo è oggi), trasponendo sulla passerella sensazioni riconducibili a modelli pittorici o letterari, percepiti anche da un pubblico vasto.
Già nel 1980 la produzione di YSL è talmente ampia e significativa da meritarsi una retrospettiva al Metropolitan Museum di New York e nel 1989 il marchio entra in borsa. Dieci anni più tardi la maison viene acquistata da Francois Pinault e divisa in due: la linea prêt-à-porter viene accorpata al Gruppo Gucci e affidata alla direzione creativa di Tom Ford, mentre l’haute couture rimane sotto il controllo diretto di Pinault, alla condizione che Saint-Laurent continui a creare e firmare tutte le collezioni.
Negli anni che seguono lo stilista praticamente si barrica con la sua equipe a lavorare nel laboratorio della maison, rimanendo fedele all’unica cosa che in questi quarant’anni di carriera sembra essere rimasta invariata: l’amore per il suo lavoro. Nel 2002 la YSL Haute Couture viene chiusa definitivamente e la sezione prêt-à-porter, dopo l’abbandono di Tom Ford, passa sotto la direzione creativa di Stefano Pilati. Fin dal suo esordio lo stilista milanese, parigino di adozione, ha subito dimostrato di voler ricevere a piene mani l’eredità del fondatore del marchio, ricercando un’estetica fortemente innovativa e continuando a puntare sul buon taglio degli abiti. Infatti, come sostiene Pilati, esibire qualche logo prestigioso non è più sufficiente per distinguersi, neppure se questo logo è in oro puro e si pronuncia con una squisita “r” moscia.
Il 7 marzo 2012 viene annunciato il ritorno di Hedi Slimane da Yves Saint Laurent. Il designer francese sostituisce Stefano Pilati, direttore creativo del brand da 7 anni. Pochi giorni dopo Slimane rinomina il marchio: Yves Saint Laurent perde quell’Yves appartenuto al fondatore e diventa semplicemente Saint Laurent. E la scelta divide il mondo della moda.
Yves Saint Laurent raccolse in più di cinquant’anni una collezione di circa 730 opere d’arte, tra cui quadri di Picasso, Matisse, Mondrian, Lèger, Goya, sculture, reperti archeologici, mobili ed oggetti di arredamento.
La storia di Yves Saint Laurent è oggi diventata un film che porta il suo nome. La pellicola è di Jalil Lespert e vanta l’approvazione del compagno di vita (e di business) del fashion designer, Pierre Bergé. Ed è appena stato svelato il trailer che mostra le prime immagini dell’attore Pierre Niney nei panni di Yves. Alla produzione è stato concesso un accesso senza precedenti ai vasti archivi della maison e nel film appariranno gli abiti originali. Yves Saint Laurent arriverà nelle sale all’inizio del 2014.
“Il lusso costa meno dell’eleganza”
Honorè De Balzac, 1830
Stefano Matina
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Fantastico questo post Stefano 🙂 davvero interessante!
Non sapevo uscisse un film sulla sua vita,andrò sicuramente a vederlo!!!
Grazie Lisa :):)
articolo interessante, complimenti al blogger!
Grazie mille 🙂
i tuoi post sono sempre interessantissimi e li leggo sempre tutti volentieri 🙂
Grazie 🙂
che belli i tuoi post! complimenti!!!
Grazie Daiana 🙂
un genio
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Grazie per il commento 🙂
I tuoi post sono sempre fantastici,grazie per averci fatto conoscere la storia di un grande della moda.
Grazie Lucia
Bellissimo articolo dedicato alla storia di un uomo che ha fatto davvero tantissimo per il mondo della moda!
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Grazie
non ho visto il film che gli hanno dedicato e mmi prometto di farlo perchè credo sia stato un grande genio della moda che non merita di essere dimenticato!
baci
Grazie per il commento
Son curiosissima di vedere il film!!
http://www.rougeandchocolate.com
Grazie mille per il commento
Questi sono i post che mi piace leggere. Complimenti anche per la bellissima selezione d’immagini.
Inutile dire che non vedo l’ora di vedere il film.
Alessia
ElectroMode