O per meglio dire :
un giro-vita con il fiato sospeso!
Già nell’antichità esistevano lacci che, opportunamente tirati, modellavano e assottigliavano la figura; le donne greche e romane, sotto il chitone e la tunica, portavano strisce di cuoio che modellavano il corpo.
Un busto destinato ad accentuare l’incavo della vita e il petto fu adottato nel XIV e XV secolo, e in alcuni casi sembra sia stato adottato anche dagli uomini; la sua forma variava a seconda dell’ideale estetico imperante per la linea del corpo femminile, e della foggia dell’abito.
Alla metà del Seicento, per valorizzare la scollatura, si crearono busti di seta o di raso, guarniti da merletti, modellati per sostenere il seno.
Non più indumento intimo, diventò allora una parte del vestito stesso, staccato dalla sottana, generalmente con un’allacciatura a stringhe che lasciava le due parti del corsetto scostate, in modo da mettere in vista la pettorina; più tardi acquistò una forma a imbuto, irrigidito ai lati da stecche metalliche.
Durante il Settecento il busto fu un indumento molto scollato e attillatissimo in vita, associato, fino al 1770 circa, al panier, una sorta di cesto ovale molto largo e stretto che costringeva le donne a passare trasversalmente dalle porte, camminando come gamberi.
Dopo l’ Illuminismo, che affermava la necessità di un corpo più libero, agile e naturale, e con la rivoluzione francese, il busto conobbe circa un trentennio di eclisse.
Attorno al 1830 ricomparve per durare tutto il secolo e parte del Novecento.
- Vivien Leigh e Hattie McDaniel in una scena di Via col vento di Victor Fleming, 1939
Si riteneva che il busto fosse necessario per sorreggere la colonna vertebrale della donna, per sua natura più fragile dell’uomo.
La tortura cominciava in tenera età.
Durante tutto il 1800, la massima ambizione della donna era quella di avere il vitino di vespa, ossia una circonferenza che non superava i 40 centimetri, in contrasto con la larghezza della gonna.
Alla fine dell’Ottocento il busto si allungò oltre la vita stringendo anche una parte dei fianchi.
La sua conformazione anatomica dava alla figura vista di profilo una linea ad Esse che spingeva il petto molto in alto e inarcava le reni indietro.
Così il periodo che in Italia conosciamo come Liberty consegnava la donna al nuovo secolo, che si apriva con grande euforia, ma con molte contraddizioni.
Questo micidiale accessorio costringeva tutti gli organi interni, serrandoli e deformando il fisico, causando notevoli disturbi digestivi e svenimenti.
Le dame eleganti dovevano avere un busto adatto ad ogni capo del guardaroba, con trine, nastri e tessuti pregiati.
Se si pensa che la moda ottocentesca pretendeva dalla donna un vestito per ogni occasione (da casa, da giardino, da visita, da carrozza, da passeggiata, da viaggio ecc.) si può immaginare la dovizia di busti che doveva comprendere un guardaroba elegante.
Attorno al 1910, un grande innovatore della moda, Paul Poiret decise di rivoluzionare il campo sartoriale abolendo decisamente il busto e inventando una linea stile impero, con la vita alta e la gonna stretta e lunga.
Dopo molte polemiche le donne si adattarono a questo modo di vestire semplice e pratico, e il busto smise di torturare il corpo femminile.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Christian Dior lanciò il suo New Look che si ispirava ad una femminilità sofisticata ed elegante, con la gonna larghissima, le spalle tonde e la vita sottile.
Per costruire i suoi abiti Dior usava imbottiture e telette rigide, ma stringeva la vita con la guêpière parola che deriva dal francese guêpe, vespa.
Non si trattava del ritorno al busto delle bisnonne, ma l’accessorio non era certo comodo, soprattutto per la donna che ormai si era lanciata sul mercato del lavoro.
Infatti il new look ebbe vita breve, anche per la morte del suo creatore.
Negli anni cinquanta, irruppero in Europa le disinvolte mode americane che si ispiravano agli abiti sportivi dei giovani studenti.
Balli come il rock and roll non potevano essere adeguati a una vita costretta dal busto, che infatti scomparì definitivamente.
La vita sottile è sempre stata importante nella storia dell’attrazione erotica, in parte perché è una caratteristica tipicamente adolescenziale, e quindi è collegata con la verginità.
Tuttavia la vita sottile dà anche idea di fragilità e di sottomissione.
Il bustino in pelle fa ancora parte del guardaroba sadomaso.
Jean-Paul Gaultier ha creato corsetti per Madonna.
Dalle passerelle Dolce&Gabbana
Dalla passerella Alexander McQueen
“Più bella è l’apparenza e peggiore è l’inganno”
(Pericle, il principe di Tiro: atto I, scena V)
William Shakespeare
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post interessantissimo,il corsetto è uno degli indumenti che amo di più…la storia che c’è dietro mi ha sempre affascinata!
la scelta delle immagini è perfetta,complimenti!
un bacio,lisa 🙂
Grazie Lisa 🙂 un bacio e un grande abbraccio
Beh, che dire?!….Lo stile, l’impostazione, la ricchezza iconografica e l’accuratezza nella ricerca sia delle notizie che delle immagini ormai fanno di questa rubrica un “must”, volendosi forse sbilanciare!…..Una riflessione che mi sorge spontanea è la disinvoltura con cui vengono accostate immagini, come dire, museali, foto d’epoca, scatti presi durante sfilate, all’immagine di Madonna (che è tutto dire, basta guardarla!!!)…. Ciò nasce, sempre secondo me, tanto più naturale quanto più ampia e articolata è al conoscenza e la competenza della materia, sia nello spazio che nel tempo…..
Mille grazie Stefano, apprezzo molto 🙂
Complimenti Renzo. Letta la storia tutta d’un fiato. Non sapevo arrivasse addirittura a deformare gli organi interni, ma ci credo! io li trovo sempre molto molto sexy e visto che anche io sogno un vitino da vespa (e non ce l’ho) fosse per me l’indosserei molto spesso. Ma convengo con il fatto che per ridurre veramente il punto vita …ti deve far male un po’..
Ho scelto di farmi strizzare per il mio matrimonio… mai mi sono sentita così figa…. (ahahah) ma a fine serata…finalmente ho respirato di nuovo!! eheheh
Grazie Ida 🙂
Adoro la storia della moda (presi 30 all’esame in questa materia) ne sono affascinata, Ti vorrei correggere per quanto riguarda il New Look, non fu Dior a creare e chiamare così questo periodo, ma fu una giornalista, Carmel Snow, che diede questo nome per definire la rinascita della moda francese dopo la guerra. Ed il modello Bar della collezione Dior del ’47 diventò il simbolo di quella rinascita, sopratutto perchè in quegli anni i parigini amavano e vestivano Dior, ma tanti altri validi stilisti interpretarono alla grande il “new look”.
Brava post interessantissimo.
Mimma
http://www.myfashionsketchbook.com
grazie 🙂
E’ una storia davvero affascinante, dice molto del ruolo della donna nella società.
Però lo trovo un indimento estremamente sexy, ma non lo userei come capo da giorno (molte lo fanno) ma solo come lingerie!
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grazie 🙂
Molto molto interessante!!!
bellissimi (e complimenti per la ricerca delle immagini) ma… povere donne!!
alla prossima storia 😉
grazie rossella 🙂
Finalmente un articolo come si deve su uno dei capi che adoro di più!
Femminilità e stile: permette di modellare il corpo di una donna e mettere in risalto le sue curve..anche se non le ha!
E poi e’ uno di quei pochi capi senza tempo, romantico o aggressivo come vuoi tu! Love it forever!
grazie Alma 🙂
io potrei resistere solo 5 min 🙂 eppure un tempo si soffriva pur di tenerlo!!!! molto belle le foto.
That’s Love
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grazie Roby 🙂
Il corsetto mi ha sempre affascinata ed è molto interessante ripercorrerne la storia:) Hai scritto davvero un bel post, sono rimasta incantata anche dalle immagini!:) Un bacio a tutti!
grazie Lilli 🙂
Un bel post, fatto molto bene complimenti!
Carmelyta’sRoom
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grazie Carmelita 🙂
Che bello il resoconto storico. Complimenti. Lo trovo un indumento molto sexy!
Alessia
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Kiss
grazie Alessia 🙂
Un capo che ha attraversato davvero tutte le età della moda senza mai perdere una goccia di fascino!
grazie 🙂
molto interessante l’articolo, ma potrei morire soffocata, è uffciale!
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grazie Rachele 🙂
tra tutti questi in cui raccontate la storia della moda sono i miei preferiti. adoro il corsetto, non nella forma di “strumento di tortura”, ma in quella di evidenziatore della femminilità!
grazie Margherita 🙂
post bellissimo ed interessantissimo!!! un bacio
grazie Antonella 🙂
che spettacolo questi corsetti, non se ne vedono + in giro!
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Watch out my DAY SPA post + outfit
grazie 🙂
Bellissimo post, è molto scorrevole ma non tralascia niente.
Non conoscevo l’etimologia della parola guepiere, si impara sempre!
Devo dire che trovo piuttosto comodo, da indossare come biancheria intima, lo stringivita che modella bene la pancia e i fianchi senza essere troppo costrittivo!
Mi ha fatto piacere leggere questo post
Eleonora | GOMITOLOBLU
ciao Eleonora 🙂
Quanta sofferenza per ottenere un vitino da vespa!
Torna presto a trovarmi su Cosa Mi Metto???
Enter Colorswitch cases giveaway!
grazie Fabrizia 🙂
Un affascinante strumento di tortura che ha causato fin troppi problemi per la sua bellezza. Ogni volta che vedo i corsetti comunque penso ai momenti di vita quotidiana nei quadri degli impressionisti, splendidi e sobri con i riflessi del velluto, oppure sopra le camiciole.
Splendidi!
Ottimo post, come sempre!
Alessandro
Grazie Alessandro, sempre gentilissimo 🙂
molto interessante davver 🙂
ma tutta questa sofferenza per avere una vita minuscola…mah !
http://heel12.wordpress.com/2013/06/06/x-polo-fashion-day/
grazie Greta 🙂
grazie Alessandra 🙂
A ME METTONO SEMPRE UN PO ANSIA E SENSO DI OPPRESSIONE MA SONO BELLIII
grazie Mary 🙂
Allora devo dire che anche io sono una fan del vitino da vespa…ma se uno lo ha per costituzione! Le torture a cui le donne erano costrette erano davvero inaudite! Però il corsetto rimane una dei miei capi preferiti di sempre, dona ad ogni donna un’allure sensuale! 🙂
Giulia
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Grazie Giulia 🙂
Indumento molto femminile ma a me mette l’ansia!!! Non riuscirei a respirare!!
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grazie Francesca 🙂
Mi è piaciuto molto questo post! Conoscevo molte di queste informazioni ma devo dire che vedendo le foto di questa infinità di bustini stavo per svenire. Per me è inconcepibile costringere il proprio corpo in un qualcosa del genere. Al giorno d’oggi posso capire i bustini nell’ambito dei capi dedicati all’intimo, alcuni sono molto curati e sensuali, come quelli di Intimissimi, oppure per quanto riguarda gli abiti, ad esempio quelli dell’ultima collezione di D&G, ma si tratta comunque di una cosa completamente diversa dai bustini dell’epoca, che poi lo credo bene che svenivano sempre!
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grazie 🙂
Non la conoscevo la storia del corpetto. Davvero interessante.
marti
Grazie Martina 🙂
adoro quando raccontate di item che hanno segnato la storia!!
un bacione
grazie Marika 🙂
Davvero interessante! Grazie!
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Le ricette di Anna e Flavia
grazie 🙂
Davvero un bel post l’ho letto tutto d’un fiato 🙂 comunque io penso che i corsetti erano davvero delle torture povere donne, anche se rimane un pezzo molto sensuale :)bacii
grazie Marta 🙂
Bellissimi, ne sono sempre stata affascinata…però che tortura!
The Annelicious
grazie Anna 🙂
che spettacolo!!
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grazie Valentina 🙂
Che belli corsetti..e quanti ne ho disegnati durante storia della moda a scuola 🙂
Mi piacerebbe proprio indossarne uno e soffrire un po’ haha!
grazie 🙂
come anche il post riguardo alla storia della macchina da cucire anche questo è stato molto interessante!
STYLOSOPHIQUE – Moda, Make Up & Lifestyle
TREND || Pantaloni bianchi – Come li indossano le blogger?
grazie Iris 🙂
La storia del corpetto la conoscevo 🙂 Bellissimo post!
Ecco, ai giorni d’oggi mi tornerebbe utile per “strizzare e spingere su”, dato che c’è carestia da queste parti ahahah 😉
Un bacio
ENTROPHIA.IT
grazie Entrophia 🙂
lo trovo che sia molto sex, a raccontato benissimo la storia!
<a hrFashion Mommy
grazie Cristiane 🙂
mammamia ma non soffrite con questa cosa sul busto ?? a me ricorda tanto la donna dei record che a furia di indossarlo sempre ha fatto un giro vita di poco piu del diametro diuna bottiglia sconvolto O_o
passa a dare un occhiata al mio blog http://www.whosdaf.com
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grazie dario 🙂
Complimenti ragazzi, fate sempre dei posts interessantissimi!
Vedendo alcuni corsetti mi son sentita mancare il fiato, immagino la sofferenza di molte ragazze dentro a quei cosi!!!!
E poi il pensiero finale… ma come cambiano mode, usi e costumi… per fortuna!
grazie Paola 🙂
Complimenti perché i post così mi affascinano sempre tantissimo!
Sinceramente non so come resistevano le donne con queste “torture al femminile” però effettivamente riescono a modellare perfettamente il fisico!!
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grazie Donatella 🙂
sei sempre stato un’artista!! lo splendore dei corsetti….un’epoca che se fosse l’odierna sicuramente sarebbe la mia!!! lo stile è davvero un’altra cosa…le donne di allora lo portavano…un po di fatica…ma se il risultato è questo lo indosserei anche io!!!
grazie Sara 🙂 un grande abbraccio e un bacio
capo intramontabile
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grazie 🙂
adoro i corsetti, sono estremamente femminili
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grazie 🙂
Un capo senza tempo e secondo me sinonimo di femminilità. 🙂
Francesca
The Glossy Mag
grazie 🙂
Interessante questo argomento…molte cose non le sapevo!Povere donne però…una tortura!Io non avrei resistito molto ahahah 🙂 Complimenti Renzo 🙂 un bacio
Grazie Erika 🙂 un bacio 🙂