O per meglio dire :
un giro-vita con il fiato sospeso!
Già nell’antichità esistevano lacci che, opportunamente tirati, modellavano e assottigliavano la figura; le donne greche e romane, sotto il chitone e la tunica, portavano strisce di cuoio che modellavano il corpo.
Un busto destinato ad accentuare l’incavo della vita e il petto fu adottato nel XIV e XV secolo, e in alcuni casi sembra sia stato adottato anche dagli uomini; la sua forma variava a seconda dell’ideale estetico imperante per la linea del corpo femminile, e della foggia dell’abito.
Alla metà del Seicento, per valorizzare la scollatura, si crearono busti di seta o di raso, guarniti da merletti, modellati per sostenere il seno.
Non più indumento intimo, diventò allora una parte del vestito stesso, staccato dalla sottana, generalmente con un’allacciatura a stringhe che lasciava le due parti del corsetto scostate, in modo da mettere in vista la pettorina; più tardi acquistò una forma a imbuto, irrigidito ai lati da stecche metalliche.
Durante il Settecento il busto fu un indumento molto scollato e attillatissimo in vita, associato, fino al 1770 circa, al panier, una sorta di cesto ovale molto largo e stretto che costringeva le donne a passare trasversalmente dalle porte, camminando come gamberi.
Dopo l’ Illuminismo, che affermava la necessità di un corpo più libero, agile e naturale, e con la rivoluzione francese, il busto conobbe circa un trentennio di eclisse.
Attorno al 1830 ricomparve per durare tutto il secolo e parte del Novecento.
Si riteneva che il busto fosse necessario per sorreggere la colonna vertebrale della donna, per sua natura più fragile dell’uomo.
La tortura cominciava in tenera età.
Durante tutto il 1800, la massima ambizione della donna era quella di avere il vitino di vespa, ossia una circonferenza che non superava i 40 centimetri, in contrasto con la larghezza della gonna.
Alla fine dell’Ottocento il busto si allungò oltre la vita stringendo anche una parte dei fianchi.
La sua conformazione anatomica dava alla figura vista di profilo una linea ad Esse che spingeva il petto molto in alto e inarcava le reni indietro.
Così il periodo che in Italia conosciamo come Liberty consegnava la donna al nuovo secolo, che si apriva con grande euforia, ma con molte contraddizioni.
Questo micidiale accessorio costringeva tutti gli organi interni, serrandoli e deformando il fisico, causando notevoli disturbi digestivi e svenimenti.
Le dame eleganti dovevano avere un busto adatto ad ogni capo del guardaroba, con trine, nastri e tessuti pregiati.
Se si pensa che la moda ottocentesca pretendeva dalla donna un vestito per ogni occasione (da casa, da giardino, da visita, da carrozza, da passeggiata, da viaggio ecc.) si può immaginare la dovizia di busti che doveva comprendere un guardaroba elegante.
Attorno al 1910, un grande innovatore della moda, Paul Poiret decise di rivoluzionare il campo sartoriale abolendo decisamente il busto e inventando una linea stile impero, con la vita alta e la gonna stretta e lunga.
Dopo molte polemiche le donne si adattarono a questo modo di vestire semplice e pratico, e il busto smise di torturare il corpo femminile.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Christian Dior lanciò il suo New Look che si ispirava ad una femminilità sofisticata ed elegante, con la gonna larghissima, le spalle tonde e la vita sottile.
Per costruire i suoi abiti Dior usava imbottiture e telette rigide, ma stringeva la vita con la guêpière parola che deriva dal francese guêpe, vespa.
Non si trattava del ritorno al busto delle bisnonne, ma l’accessorio non era certo comodo, soprattutto per la donna che ormai si era lanciata sul mercato del lavoro.
Infatti il new look ebbe vita breve, anche per la morte del suo creatore.
Negli anni cinquanta, irruppero in Europa le disinvolte mode americane che si ispiravano agli abiti sportivi dei giovani studenti.
Balli come il rock and roll non potevano essere adeguati a una vita costretta dal busto, che infatti scomparì definitivamente.
La vita sottile è sempre stata importante nella storia dell’attrazione erotica, in parte perché è una caratteristica tipicamente adolescenziale, e quindi è collegata con la verginità.
Tuttavia la vita sottile dà anche idea di fragilità e di sottomissione.
Il bustino in pelle fa ancora parte del guardaroba sadomaso.
Jean-Paul Gaultier ha creato corsetti per Madonna.
Dalle passerelle Dolce&Gabbana
Dalla passerella Alexander McQueen
“Più bella è l’apparenza e peggiore è l’inganno”
(Pericle, il principe di Tiro: atto I, scena V)
William Shakespeare
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post interessantissimo,il corsetto è uno degli indumenti che amo di più…la storia che c’è dietro mi ha sempre affascinata!
la scelta delle immagini è perfetta,complimenti!
un bacio,lisa 🙂
Beh, che dire?!….Lo stile, l’impostazione, la ricchezza iconografica e l’accuratezza nella ricerca sia delle notizie che delle immagini ormai fanno di questa rubrica un “must”, volendosi forse sbilanciare!…..Una riflessione che mi sorge spontanea è la disinvoltura con cui vengono accostate immagini, come dire, museali, foto d’epoca, scatti presi durante sfilate, all’immagine di Madonna (che è tutto dire, basta guardarla!!!)…. Ciò nasce, sempre secondo me, tanto più naturale quanto più ampia e articolata è al conoscenza e la competenza della materia, sia nello spazio che nel tempo…..
E’ una storia davvero affascinante, dice molto del ruolo della donna nella società.
Però lo trovo un indimento estremamente sexy, ma non lo userei come capo da giorno (molte lo fanno) ma solo come lingerie!
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Molto molto interessante!!!
bellissimi (e complimenti per la ricerca delle immagini) ma… povere donne!!
alla prossima storia 😉
Finalmente un articolo come si deve su uno dei capi che adoro di più!
Femminilità e stile: permette di modellare il corpo di una donna e mettere in risalto le sue curve..anche se non le ha!
E poi e’ uno di quei pochi capi senza tempo, romantico o aggressivo come vuoi tu! Love it forever!
io potrei resistere solo 5 min 🙂 eppure un tempo si soffriva pur di tenerlo!!!! molto belle le foto.
That’s Love
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Il corsetto mi ha sempre affascinata ed è molto interessante ripercorrerne la storia:) Hai scritto davvero un bel post, sono rimasta incantata anche dalle immagini!:) Un bacio a tutti!
Un capo che ha attraversato davvero tutte le età della moda senza mai perdere una goccia di fascino!
post bellissimo ed interessantissimo!!! un bacio
Quanta sofferenza per ottenere un vitino da vespa!
Torna presto a trovarmi su Cosa Mi Metto???
Enter Colorswitch cases giveaway!
Un affascinante strumento di tortura che ha causato fin troppi problemi per la sua bellezza. Ogni volta che vedo i corsetti comunque penso ai momenti di vita quotidiana nei quadri degli impressionisti, splendidi e sobri con i riflessi del velluto, oppure sopra le camiciole.
Splendidi!
Ottimo post, come sempre!
Alessandro
molto interessante davver 🙂
ma tutta questa sofferenza per avere una vita minuscola…mah !
http://heel12.wordpress.com/2013/06/06/x-polo-fashion-day/
A ME METTONO SEMPRE UN PO ANSIA E SENSO DI OPPRESSIONE MA SONO BELLIII
Mi è piaciuto molto questo post! Conoscevo molte di queste informazioni ma devo dire che vedendo le foto di questa infinità di bustini stavo per svenire. Per me è inconcepibile costringere il proprio corpo in un qualcosa del genere. Al giorno d’oggi posso capire i bustini nell’ambito dei capi dedicati all’intimo, alcuni sono molto curati e sensuali, come quelli di Intimissimi, oppure per quanto riguarda gli abiti, ad esempio quelli dell’ultima collezione di D&G, ma si tratta comunque di una cosa completamente diversa dai bustini dell’epoca, che poi lo credo bene che svenivano sempre!
http://leclatdelamode.blogspot.com
adoro quando raccontate di item che hanno segnato la storia!!
un bacione
Davvero un bel post l’ho letto tutto d’un fiato 🙂 comunque io penso che i corsetti erano davvero delle torture povere donne, anche se rimane un pezzo molto sensuale :)bacii
La storia del corpetto la conoscevo 🙂 Bellissimo post!
Ecco, ai giorni d’oggi mi tornerebbe utile per “strizzare e spingere su”, dato che c’è carestia da queste parti ahahah 😉
Un bacio
ENTROPHIA.IT
lo trovo che sia molto sex, a raccontato benissimo la storia!
<a hrFashion Mommy
Complimenti perché i post così mi affascinano sempre tantissimo!
Sinceramente non so come resistevano le donne con queste “torture al femminile” però effettivamente riescono a modellare perfettamente il fisico!!
NEW POST: Asos e Summer Time !
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sei sempre stato un’artista!! lo splendore dei corsetti….un’epoca che se fosse l’odierna sicuramente sarebbe la mia!!! lo stile è davvero un’altra cosa…le donne di allora lo portavano…un po di fatica…ma se il risultato è questo lo indosserei anche io!!!
capo intramontabile
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adoro i corsetti, sono estremamente femminili
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Interessante questo argomento…molte cose non le sapevo!Povere donne però…una tortura!Io non avrei resistito molto ahahah 🙂 Complimenti Renzo 🙂 un bacio