Con questo termine si definisce un indumento più o meno aderente, aperto sul davanti, lungo poco sotto i fianchi considerato un vero e proprio elemento base dello schema vestimentario contemporaneo.
Nel corso dei secoli, più che giacche così come le intendiamo oggi, si incontrano indumenti che possono considerarsi loro antenate, simili più per funzione che per tipologia. Tra i Greci ed i Romani non sembrava diffuso l’uso di un indumento che fungesse da giacca, anche se in occasioni molto particolari si indossava la synthesis, una specie di farsetto aderente e decorato, di probabile provenienza orientale, riservato a pochi privilegiati.
La creazione di un capo d’abbigliamento atto ad avvolgere la parte superiore del corpo, sembra risalire ai barbari. Soltanto nel Medioevo, con l’affermazione definitiva dell’abito maschile corto, la giacca sarebbe entrata nell’uso comune.
La giacca medioevale, una sorta di giubbetto attillato, con il passare del tempo sarebbe diventata sempre meno imbottita e sempre più corta: era un indumento indossato dapprima dai giovani della nobiltà, poi, nel corso del XIV secolo, si diffuse ampiamente anche tra le classi meno abbienti.
Nel secolo successivo l’abbigliamento maschile fu caratterizzato da un corsetto con maniche che oggi definiremmo due pezzi (o tipo uomo): le due parti che la componevano venivano tagliate separatamente e cucite assieme. Per tutto il Rinascimento, al di là delle denominazioni e varianti locali, il modello della giacca rimase sostanzialmente inalterato. Cambiarono invece i tessuti, sempre più preziosi, la linea delle spalle, che andò gonfiandosi a dismisura, e le decorazioni: più di ogni altro capo la giacca simboleggiava la ricchezza e il grado sociale di chi la portava.
Nel Seicento la giacca più indossata fu la casacca , una specie di soprabito lungo, largo ai fianchi e svasato al fondo; derivata dal costume militare, ben presto conquistò il guardaroba civile. Sotto, spesso, si portavano giacchettini corti e striminziti, generalmente di colore nero, secondo l’imperante moda spagnola.
Il Settecento fu l’epoca della marsina, una lunga giacca da indossare sopra una camicia, accompagnata da calzoni stretti e corti al ginocchio. Questa, agli inizi del secolo, si riscontrava anche in una forma più corta ed attillata che, italianizzando il termine francese justaucorps, fu chiamata giustacuore.
La versione più elegante della marsina, in preziosi materiali tessili e con ricche decorazioni ricamate, divenne la caratteristica principale de l’ habit à la française, simbolo dello status sociale del gentiluomo dell’Ancien Régime, ed ebbe come tipologia di giacca alternativa una prima versione del frac. Da quel momento la marsina fu indossata obbligatoriamente a corte, nelle serate di gala o in circostanze di rappresentanza; il frac invece, nelle occasioni più informali.
Il frac fu il capo d’abbigliamento preferito dai rivoluzionari, dai romantici e dai dandies; venne considerato elemento irrinunciabile dell’eleganza trasgressiva. Dopo gli anni ottanta del Settecento sarebbe entrato tuttavia nell’uso anche degli ambienti più conservatori, tanto da diventare nell’Ottocento la tipica foggia vestimentaria borghese: l’habit à la anglaise prevedeva un frac o una redingote, calzoni lunghi , un cilindro, un fiore all’occhiello, un gilet in tessuti fantasia ed un bastone.
Verso la fine del secolo la finanziera, o prefettizia, una versione da giorno della marsina, prese il sopravvento sul frac, che venne indossato solo in occasioni particolarmente formali. In questi stessi anni la moda portò le giacche verso un generale accorciamento; scomparvero così le code, i lembi scampanati e le lunghe abbottonature, fino a che anche la finanziera venne abbandonata a favore della giacca smoking.
Le giacche del nostro secolo denunciano chiaramente la loro derivazione dai modelli ottocenteschi; lo spacco posteriore, per esempio, non è altro che un residuo delle code del frac.
Il doppiopetto invece è una novità tutta novecentesca e sembra trovare le sue origini nelle giacche a sei bottoni della Marina militare, indossate durante la prima guerra mondiale.
Oggi i numerosi tipi maschili di giacca si differenziano, oltre che per la lunghezza, larghezza e quindi le vestibilità, anche per elementi quali l’abbottonatura, la posizione delle spalle, la tipologia di collo e la lavorazione della confezione.
BLAZER: giacca sportiva dalla linea ampia, indossata all’inizo del Novecento, originariamente realizzata in flanella o in lana gessata. Lunga generalmente appena sotto i fianchi, ha avuto anche versioni più corte. I blazer sono tornati nuovamente in voga durante gli anni Sessanta, e lo sono ancora negli anni Novanta, come tipologia importante dell’abbigliamento manageriale.
BLOUSON: modello di giacca dalla linea morbida lunga fino ai fianchi, rifinita con coulisse in vita, si può considerare un’evoluzione degli indumenti impermeabili a vento indossati dagli esploratori dell’Artico.
BOLERO: giacca lunga alla vita, con o senza maniche, che deriva dal panciotto, vivacemente colorato del torero spagnolo, è entrato a far parte, in momenti alterni, del gurdaroba maschile. Indossato sia agli inizi del Novecento sia negli anni Sessanta e Settanta del secolo stesso.
BOMBER: giubbotto corto e stretto in vita, è un adattamento delle giacche a vento indossate dai piloti militari della British Royal Air Force, durante la Seconda Guerra Mondiale; ha maniche ampie e strette ai polsi, mediante una costa elasticizzata, ed è chiuso da una cerniera che ne percorre tutta la lunghezza.
DOPPIOPETTO: giacca con i centro davanti sovrapposti dagli 8 cm in poi, chiusa da due file di bottoni.
FRAC: con questo nome, che oggi si conserva esclusivamente per definire un capo dell’abbigliamento molto formale o da cerimonia, si indicava fin dalla prima metà del Settecento un indumento alternativo alla marsina che, sul finire del secolo, giunse a sostituirla del tutto. Aveva diverse varianti, ma la sua linea base era caratterizzata dalla lunghezza al ginocchio delle code che erano separate da uno spacco posteriore, dal collo rever e dalla fitta abbottonatura. Tra gli anni Trenta e Sessanta, si diffuse in tutti i paesi europei. Intorno al 1850 ne scomparve l’uso quotidiano e venne indossato, in abbinamento ad un pantalone dritto, come abito da ballo, rigorosamente nero, ma con varianti di lunghezza delle falde.
HUSKY: giacca sportiva in uso ancora oggi, può essere anche senza maniche, allacciata da bottoni automatici o da cerniera.
PARKA: giacca con cappuccio, abbastanza lunga ed ampia, è stata di moda negli anni Cinquanta del Novecento, ed è di nuovo in uso negli anni Novanta.
REEFER: giubbotto ampio, lungo fino alla coscia e spesso doppiopetto, indossato nell’Ottocento dai marinai inglesi. Nella seconda metà del XX secolo è diventato popolare come capo d’abbigliamento casual.
SAHARIANA: giacca smanicata realizzata in tessuti resistenti impermeabilizzati, basata sul modello di una camicia comoda. La più grande particolarità di questa giacca è la moltitudine di tasche, interne ed esterne, in grado di contenere una innumerevole quantità di oggetti.
SMOKING: in origine era un modello americano di giacca da sera , di taglia comoda, con i rever di seta lucida in contrasto con i tessuti opachi di cui era realizzata. Verso gli anni Novanta dell’Ottocento si affermò in Inghilterra in una versione molto simile, ma sprovvista di code. Negli anni Venti del Novecento divenne una giacca da sera doppiopetto, ma, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il modello classico tornò ad essere monopetto.
“Con un abito da sera e una cravatta … chiunque… può far credere di essere una persona civile”
Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, 1891
Stefano Matina
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Dopo il post di ieri,è vero,sembrano giacche ma non lo sono,complimenti a te per queste spiegazioni.
grazie Lucia 🙂
wow che bel post!!:) baciii
grazie Federica 🙂
Post scritto benissimo! Mi è servito ripassare i nomi di tutti questi tipi di giacca! Ne ho scoperti alcuni che non conoscevo!
Nicole
The pink bow
grazie Nicole 🙂
Adoro il parka!!
grazie 🙂
Un must nel guardaroba di un uomo!
Follow me on Cosa Mi Metto???
grazie Fabrizia 🙂
Sempre preziosissimi i tuoi post, ho letto tutto. Molte cose le sapevo ma tante altre no. Ad esempio non sapevo che il doppiopetto fosse stato ispirato dalle divise della marina militare 🙂 concludo dicendo che sì, a me l’uomo in giacca piace parecchio ma che è un capo non per tutti. Meglio evitarlo che sembrare goffi ed impacciati.
Un bacio!
Nunzia ♡ ENTROPHIA.IT
Grazie Nunzia 🙂
complimenti per l’articolo, scritto veramente bene e mi piace molto anche la scelta delle immagini!
Grazie mille
oddio, quanti modelli, ammetto che qualcuno non lo conoscevo!
comunque devo ringraziarvi, leggere i vostri post è sempre un arricchimento!
grazie 🙂
Dove trovo a Milano vs sahariana?