Nel 1867, EDWARD TAUTZ, dopo essersi formato come head-cutter da Tailors Hammond&Co, gettò le fondamenta del suo omonimo marchio nella prosperosa Oxford Street di Londra. Nel 1875, con l’ingresso del suo rampollo Frederick George nell’attività di famiglia, l’azienda venne rinominata E. TAUTZ SONS.
Specializzato in completi da caccia e abbigliamento militare, Sir Tautz era considerato il migliore produttore di calzoni e si adoperò per proteggere il suo business dai falsari. Nel 1886 sperimentò ed avviò la produzione di un originale paio di calzoni, i KNICKERBOCKERS ma, nel 1898, un incendio distrusse l’intero stabile del negozio. Nel 1968 il marchio fu acquistato da una delle più grandi case di Savile Row, Norton&Sons ed E. Tautz fu dimenticato come un vecchio mobile in una cantina.
Nel 2005, Norton&Sons fu acquistato da PATRICK GRANT, un esperto in telecomunicazione, senza alcuna esperienza nella moda e nella sartoria. Il “long-forgotten” (una frase idiomatica inglese per riferirsi a qualcosa che è stato dimenticato a lungo) E. Tautz fu rilanciato nel 2009 da Grant, che presentò una collezione di prêt-à-porter in collaborazione con stilisti inglesi come Kim Jones, Giles Deacon, Richard Nicoll e Christopher Kane.
Grant concentra le sue collezioni nelle linee semplici, tipiche dell’handmade inglese e dice: “non ho un trascorso nel campo della moda, mi concentro essenzialmente sulla produzione di capi che vorrei indossare”. All’inizio del suo periodo di reggenza presso la Norton&Sons, ha avuto il piacere di vestire figure come Alexander McQueen ed il Duca di Edimburgo.
Il declino e la caduta di un gentiluomo sono il punto di partenza dello stilista inglese Patrick Grant nelle sue proposte per l’INVERNO 2014-2015: come in uno degli “A Rake’s Progress” di William Hogart, la serie di dipinti del XVIII secolo che illustra la discesa economica dell’ereditiere inglese TOM RAKEWELL, oggi conservati nel SIR JOHN SOANE’S MUSEUM di Londra.
“Vorrei richiamare il periodo di decadenza, quando gli uomini erano ancora belli e vistosamente vestiti”, dice lo stilista. Nonostante i riferimenti storici, i cliché dei completi semplici, i cappotti ampi dai tagli puliti e lineari, c’è nell’aria una modernità che strugge il classicismo dell’atmosfera. Figure austere aprono la sfilata, indossano cappotti di lana spigata con riproduzione di croci grigie e nere, in abbinamento a completi affusolati e ricercati.
Nel progredire della collezione iniziano ad apparire sfumature che vanno dal rosso all’ocra al bordeaux, il taglio dei pantaloni oscilla tra lo slim e l’oversize, i tessuti tra il CASHMERE ed il NYLON.
Chapeau allo stilista che, per accrescere la qualità dei suoi capi ed aumentarne il prestigio, si è avvalso del contributo degli studenti della ROYAL SCHOOL OF NEEDLEWORK, la scuola di ricamo celebre per le tecniche di riproduzione di antichi tessuti. Fiore all’occhiello di questo istituto, fondato nel 1872, sono i cuscini in velluto che portarono la Corona Reale per l’incoronazione di re GIORGIO VI, ed i ricami oro del mantello bordeaux che indossò la regina ELISABETTA II nel giorno della sua ascesa al trono.
Perché si è avvalso di cotanto prestigio? “Perché non vorremmo mai che un uomo non sentisse pregiati i suoi abiti”, ha asserito lo stilista. La costruzione impeccabile di SAVILE ROW consente al designer di indugiare in sperimentazioni materiche, cromatiche e grafiche, senza mai scandalizzare il suo cliente ideale: un uomo dal fine senso estetico, amante dell’artigianalità ma in grado di apprezzare i guizzi del design oltre che la funzionalità.
Fonti:
www.vogue.it
www.vogue.com
www.wikipedia.com
Stefano Matina
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