Oltre QUATTROMILA PAIA di scarpe, una collezione di vestiti tanto ampia da dover essere sostituita ogni stagione per poi venire inesorabilmente impacchettata e archiviata in un deposito.
Ha smantellato la cucina trasformandola in una grande cabina armadio e ha arredato le pareti del lungo corridoio con librerie, bric-a-brac, immagini sacre e soprattutto con foto collezionate durante una carriera nel giornalismo di moda lunga 25 anni: ci sono l’attore e regista Edward Norton, gli amici di sempre Stefano Gabbana e Domenico Dolce (si è sposata con un abito realizzato da loro: strascico in chiffon di diciotto metri poi trasformato in pregiato tendaggio per le finestre), tante modelle, Sharon Stone e soprattutto Catherine Deneuve. ANNA DELLO RUSSO sa fare il suo mestiere, senza dubbio.
Fashion editor di Vogue Japan, quotatissima consulente di moda, protagonista delle pagine di costume dei quotidiani di mezzo mondo, la Dello Russo sa esattamente che il cattivo gusto, oggi, vende bene.
Il TRASH piace, l’eccesso conquista, l’esagerazione ammalia. Lady Gaga, al di là del valore reale della sua produzione musicale, è una rappresentazione dell’eccesso praticamente perfetta (Miss Ciccone ha insegnato bene): la gente ama il cattivo gusto portato all’esasperazione, i dettagli trash che lei introduce con disinvoltura, i suoi look iperbolici, visti come una forma di creatività o di provocazione.
L’ESAGERAZIONE, in fatto d’immagine, vende milioni di copie. Anna dello Russo questo deve saperlo bene.
Quando il colosso svedese H&M ha chiamato Anna dello Russo per disegnare la nuova collezione in edizione limitata, si è creato un match micidiale: H&M da un lato, consapevole del successo che “lo stile eccessivo” ha nel mercato attuale, e miss Dello Russo dall’altro, che di questa consapevolezza ha fatto un mestiere.
Da qui, passando per Radio Deejay, arrivare al video promozionale della collezione è stato un attimo. Niente di nuovo sotto il sole: gente che fa il proprio mestiere, cavalcando l’onda dei trend di mercato.
Certo, di vederla rimbalzare da un punto all’altro della rete, mentre canta con il suo inglese da gag (la “sciaua” sembra il nome di un piatto pugliese), si dimena alla bell’è meglio, e da vita a una baracconata senza pietà, si poteva fare a meno.
Mi fa sorridere pensare che Anna dello Russo, mentre si fa la sua “fescio sciaua”, piglia un pochino per i fondelli chi si mette a gridare al tramonto del buon gusto, chi non si sogna neanche di avvicinarsi al latex, di ascoltare Lady Gaga o di praticare il cake -design.
“Ciò che vi è di inebriante nel cattivo gusto è il piacere aristocratico di dispiacere” : così, mentre c’è chi grida alla “poracciata”, Anna conta i guadagni e si bea di una forma di snobismo moderna, ben rappresentata dai suoi nuovi orribili plateau.
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