Se ne è andata 42 anni fa, musa di ANDY WARHOL, icona pop di un’epoca. EDITH MINTURN SEDGWICK nasce il 20 aprile 1943 a Santa Barbara (California, USA) da una famiglia aristocratica di antiche radici. Settima di otto figli, trascorre un’infanzia segnata da episodi tragici, negli spazi estesi dei ranch californiani, da “animale selvaggio”, braccata e disperata.
Nel corso della sua breve vita Edie rappresenta l’incarnazione della NEW YORK degli anni Sessanta, il simbolo dell’eccesso, del divertimento e della POP ART. Per alcuni è l’alter ego femminile di Andy Warhol, ma è anche molto di più: è l’emanazione dell’idea warholiana di arte. Una “cosa” carina, elegante, colorata, forse un po’ stolta, di durata breve ma di sicuro effetto. Edie è la pop art stessa, appare su tutti i giornali e ispira canzoni, abiti e film.
Una nullità, una ragazzina viziata priva di carattere, un’anoressica, una drogata, una ninfomane, un bluff, priva di talento e di cultura ma allo stesso tempo diva, attrice, ballerina. In una parola: una superstar, anzi la SUPERSTAR. Più che riportare la vita dettagliata di Edie per conoscerla veramente bene si potrebbero raccogliere le migliaia di testimonianze slegate che si riuniscono come le tessere di un puzzle.
Arrivata a New York nel 1964, Edie Sedgwick conosce Andy Warhol nel gennaio dell’anno successivo e da subito illumina la scena newyorchese entrando a far parte della FACTORY. In questo stesso periodo posa inoltre per la rivista LIFE (settembre 1965) e per VOGUE (marzo 1966).THE FACTORY era il nome dello studio originario di Andy Warhol a New York tra il 1962 e il 1968, e con lo stesso nome sono conosciuti anche i suoi studi successivi. Si trovava al quinto piano del 231 East 47th Street, a Midtown Manhattan. L’affitto ammontava a “un centinaio di dollari all’anno soltanto”. L’edificio che ospitava la Factory non esiste più.
Edie gira una decina di film che la rendono celebre nella New York underground, ambiente che in questi anni rappresenta lo scenario artistico-culturale più vibrante del mondo. Il primo film è KITCKEN del 1965, l’ultimo è CIAO MANHATTAN!, cominciato nell’ aprile del 1967 ma interrotto poco dopo per problemi di budget e problemi legali. David Weisman, che è co-regista del film Ciao! Manhattan, ricorda il magnetismo e lo stile di Edie, diventati fenomeno: “Indossa un cappello e una maglietta e fa tendenza. Edie è spontanea, vera, non è un’operazione di marketing“.
Per sopravvivere con Andy Warhol è necessaria una forte dose di forza personale e certamente Edie possiede del talento, mantiene la sua bellezza nonostante le droghe e l’alcol, ma è confusa e alla fine si fa “soffiare” il posto da NICO, che assume il ruolo di nuova musa della Factory. A quei tempi in un anno poteva cambiare tutto. Nico introduce un nuovo stile dal 1966 in poi.
Se Edie era hot, Nico era cool. Edie era una ragazza. Nico era una donna.
Sul tipo di influenza che Warhol ha avuto su Edie Sedgwick il dibattito è oggi ancora aperto. Su quanto la loro relazione fosse autodistruttiva per Edie, il mistero rimane e le opinioni sono tuttora divergenti. Andy le dà la possibilità di vivere, ma lei la butta via. Warhol è un grande personaggio che ha cambiato il mondo. La Sedgwick che cosa ha fatto? Niente. Vuole essere la lead singer dei Velvet Underground, il gruppo formato da Warhol con LOU REED e JOHN CALE, ma Edie questiona sui soldi e non sa nemmeno cantare; il suo posto viene occupato da Nico.
Dopo l’ascesa di Nico, Edie si trasferisce al Chelsea hotel (dove una notte manda a fuoco la stanza con un mozzicone di sigaretta) e furiosa passa al clan di BOB DYLAN, dove sogna di continuare la sua carriera di attrice e cominciare quella di cantante. Dylan negherà l’esistenza di un legame sentimentale tra di loro, ma si ispira a Edie nel comporre alcuni brani (anche se su questo punto i pareri non collimano), come Like a Rolling Stone, Just Like a Woman, Leopardskin Pillbox Hat.
La Sedgwick non digerisce il matrimonio di Dylan con Sara Lowndes e rimane, invece, coinvolta in una burrascosa relazione con Bobby Neuwirth, e lì cade nel tunnel dell’eroina. Neuwirth la lascia perché incapace di gestire la sua follia e dipendenza dalle droghe. Questo sarà l’inizio della fine. Forse la fine di un’epoca.
La ragazza che domina il mondo dalle pagine di Vogue, nonostante il tempio della moda la tenesse a distanza perché tossicodipendente, si sta frantumando. La “poor little rich girl” torna in California dalla famiglia. Il suo stato di salute si aggrava e viene ricoverata più volte in vari ospedali psichiatrici. Nel mese di agosto del 1969 viene pizzicata con la droga dalla polizia locale e trasferita al reparto psichiatrico del Cottage Hospital di Santa Barbara.
Nel nosocomio conosce Michael Post che sposa il 24 luglio 1971. Sarà il marito a ritrovare il corpo di Edie la mattina del 16 novembre 1971, morta soffocata nel proprio vomito in seguito ad una overdose di barbiturici. Una meteora americana, come Marilyn Monroe, James Dean, Jim Morrison, morti belli e giovani, prodotti meravigliosi per la mitologia dello star system. Alla notizia della morte di Edie, Andy Warhol sembra abbia risposto come se fosse accaduto qualcosa su un altro pianeta.
“La gloria assai spesso non è altro che un gran rumore che nasce non si sa come, e persiste non si sa perché”
Joseph Roux, Pensieri, 1866
Ultimi post di Renzo Camplone (vedi tutti)
- Donne alla moda, donne controcorrente, ovvero “le nuove emancipate” - 20 Settembre 2014
- Lezioni americane - 18 Agosto 2014
- Ora scegli - 17 Agosto 2014
Peccato che sia durata poco la vita di questa grande.
Anche lei come Marilyn Monroe, James Dean, Jim Morrison, hanno conosciuto un grande successo, ma probabilemente non sono statt mai felici, chissà come sarebbe andata lo loro vita se non fossero mancati così presto. Buona giornata Daniela.
L’eleganza e la raffinatezza in una donna. Perché queste donne di successo si lasciano andare agli accessi non l’ho mai capito. Gran personaggi che sicuramente avevano ancora molto da dare.
Daniela Kaos
Renzo questi tuoi racconti mi affascinano tantissimo!!! Che icona che è stata Edith!!
bacioni
come era bella!
Nameless Fashion Blog
Nameless Fashion Blog Facebook page
Bellezza, classe ma anche eccessi ed infelicitá sono spesso gli elementi che portano alla fine di questi grandi personaggi!!
Leggo sempre volentieri i tuoi post! Complimenti stupendo!!
Non conoscevo tutta la sua storia!
Win a pair of mirrored animalier sunglasses!!
Follow me on Cosa Mi Metto???
una donna bellissima!!:) come sempre un post interessantissimo!:) baciii
non la conoscevo cmq un icona di stile 😀
ELIZABETH BAILEY BLOG
BLOGLOVIN
twitter
che stile
♡B.
LOVEHANDMADE.ME
Uhm…la pop art non mi affascina ma queste vicende sociali si, interessante come avete esposto questa storia, mi è piaciuto leggere questo post e capire qualcosina di più di un mondo non mio. Bravi ragazzi!
Bellissimo post! La figura di Edie è fantastica! Ha ispirato tantissime persone. persino molte delle top model che oggi conosciamo, si sono ispirate a lei!
http://lifeiscooldiary.blogspot.it/
una grande e intramontabile icona!
Era bellissima
Cultureandtrend Blog CultureandTrend Facebook
ma grazie per questo piccolo scorcio sulla sua vita. io la conoscevo solo di nome e come musa ispiratrice del grande Andy, ma tutto il resto è stata una scoperta…
Laura
Lei era divina davvero!