Il BELLO è una categoria dell’ ESTETICA, che fin dall’antichità ha rappresentato, assieme al VERO e al BENE uno dei tre generi supremi di valori, codificati da PLATONE e rimasti sostanzialmente validi sino al ‘700, quando si incomincia a capire che anche il BRUTTO è una categoria dell’estetica di cui tener conto, e da relazionare dialetticamente al “bello”.
Difficile stabilire cosa sia realmente la BELLEZZA: potrebbe essere definita come “una proprietà dei corpi”, una proprietà che viene studiata da sempre e che ancora non si è riusciti a comprendere appieno, né a definire in modo univoco.
“Ciò che è bello è buono“, scrive PLATONE.
“La bellezza è la verità, la verità è la bellezza“, dichiara nei suoi versi JOHN KEATS.
Per lo scrittore latino SENECA, la vera bellezza risiede nell’armonia e nella proporzione: “Una bella donna non è colei di cui si lodano le gambe o le braccia, ma quella il cui aspetto complessivo è di tale bellezza da togliere la possibilità di ammirare le singole parti”.
Di opinione completamente diversa è OSCAR WILDE: “La bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l’una sull’altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed un possesso per tutta l’eternità”.
In molti concordano su una verità inconfutabile: la bellezza è nel corpo, ma NON E’ RIDUCIBILE al corpo.
La BELLEZZA FEMMINILE è sempre stata valutata e misurata sulla base di un modello estetico di riferimento, riconosciuto dalla società in un determinato contesto storico, sociale ed economico.
Ogni popolo, nel corso della storia, ha definito la bellezza secondo i canoni della propria cultura e ha avuto un suo MODELLO IDEALE.
Le più antiche testimonianze sono offerte dall’iconografia preistorica, in particolare dalle cosiddette VENERI PALEOLITICHE: sculture antropomorfe, scolpite in osso, pietra o avorio, che riproducono figure femminili dai corpi estremamente voluminosi.
L’ IDEALE ESTETICO della donna dalle forme piene e abbondanti, intimamente legato all’immagine della procreazione, si è perpetuato nel corso dei secoli ed è presente in tutte le antiche civiltà precedenti a quella ellenica.
E’ con la CIVILTA’ EGIZIANA che si comincia a scoprire la bellezza e l’armonia della figura femminile.
Le donne egizie hanno un vero e proprio CULTO DELLA BELLEZZA: danno molta importanza alla cura del proprio corpo e usano la cosmesi per valorizzarlo.
Nella GRECIA classica (V sec. a.C.) si affermano veri e propri canoni estetici. Per i GRECI e per i ROMANI il termine “bello” aveva un’estensione più ampia di quella attuale, comprendeva infatti tanto gli oggetti belli quanto i pensieri.
Se gli antichi potevano fare a meno della nozione di bello in senso stretto era perché avevano termini appropriati per il bello visibile, chiamato SIMMETRIA, come per il bello udibile, chiamato ARMONIA.
All’ IDEA di BELLEZZA, gli antichi Greci associano i concetti di GRAZIA, MISURA e soprattutto PROPORZIONE: un corpo è bello quando esiste equilibrio tra tutte le sue parti e tra ciascuna di esse e la figura intera.
Lo stereotipo della bellezza femminile nell’ antica ROMA è la matrona dal corpo GIUNONICO.
Per i NOBILI ROMANI, la moglie, dal corpo prosperoso, vistosamente truccata, ingioiellata e lussuosamente vestita, deve rappresentare la ricchezza e la generosità del marito.
Nel MEDIOEVO, il processo di cristianizzazione porta ad un radicale cambiamento nel modo in cui viene percepita la figura femminile: mistica e ieratica, la donna viene svuotata di ogni connotazione sensuale.
E’ il RINASCIMENTO a rivelare per primo la bellezza del corpo femminile, la cui avvenenza non viene più considerata una VANITA’ che allontana l’uomo dalla salvezza eterna.
In questo periodo si verifica una vera e propria RIVOLUZIONE ESTETICA.
I CANONI della BELLEZZA FEMMINILE cambiano radicalmente, si ritorna al modello di bellezza delle veneri greche, dalle forme rotondeggianti, fianchi larghi, ventre pronunciato, seno abbondante e incarnato pallido.
Abbandonate le linee gracili e gli incarnati pallidi dei secoli precedenti, si tornano ad apprezzare gli occhi grandi, le sopracciglia arcuate, il viso ovale e l’incarnato splendente.
La donna in questo periodo, ha nella BELLEZZA una qualità imprescindibile, il suo compito è il saper governare le facoltà del marito, la casa e i figli e deve, inoltre, saper vivere secondo le regole della vita cortigiana.
La donna deve riconoscere il marito come suo unico PUNTO di RIFERIMENTO e vivere in sua funzione, ha come dovere primario l’adattarsi ad ogni situazione e di amare sempre il consorte, non considerando come si comporta.
Lei NON GESTISCE il suo corpo, esso è “proprietà” del marito che ne usufruisce a suo piacimento.
In un trattato francese di JEAN LIEBAULT dal titolo “Trois livres de l’embellessiment du corps humain” viene mostrato l’immaginario della bellezza femminile del ‘500 secondo una visione tipicamente maschilista.
È eloquente che al nuovo IDEALE CINQUECENTESCO, che presenta una donna ben in carne e formosa, corrisponda anche, nei ceti alti, la diffusione di nuove abitudini alimentari ricche di grassi e zuccheri.
Per l’uomo del XVI secolo la carnagione bianca e le forme opulente del corpo evocano un pensiero di SANTITA’ FISICA, di bellezza e di appartenenza all’elitè sociale, mentre la gracilità e l’abbronzatura sono associate alle donne del popolo.
La donna si trasforma in una Venere PROCACE, dalle forme morbide e una punta di malizia ed erotismo nello sguardo.
A dettare i canoni estetici del SETTECENTO sono le corti, soprattutto quella di FRANCIA: incarnato rigorosamente bianco, guance e bocca rosse, sopracciglia marcate e ben disegnate, fronte alta e spaziosa, acconciatura molto elaborata, vita sottile.
La figura della DONNA SETTECENTESCA è delicata e slanciata, ammorbidita da trine vaporose e leggere.
Il busto è sottile ma lascia sbocciare lievemente il seno, la vita è stretta e il volume della gonna ampio.
L’OTTOCENTO è l’epoca in cui le donne sono apprezzate per la loro dolcezza, gentilezza e discrezione, anche per ciò che riguarda l’aspetto esteriore.
Se nel BAROCCO la parola d’ordine era magnificenza, nell’epoca romantica si ha un ritorno alla NATURALEZZA.
L’OTTOCENTO è anche il secolo della definitiva affermazione della borghesia, che segna la nascita di nuovi modelli di vita e nuovi costumi; parallelamente si afferma un nuovo ideale di bellezza femminile, che coesiste con quello della musa romantica.
Il prototipo della RICCA SIGNORA BORGHESE ha forme morbide, spalle rotonde, mani piccole, volto tranquillo e sorridente: senza nulla di mascolino, è il ritratto della femminilità e della salute.
La sua bellezza risiede soprattutto nelle marcate rotondità, simbolo di benessere sociale e di maternità riuscita.
La donna “rispettabile” è altera e inaccessibile, è un OGGETTO PROIBITO e inespugnabile.
Il NOVECENTO è contrassegnato da avvenimenti di straordinaria portata storica: è il secolo dei due grandi conflitti mondiali, ma anche dell’ EMANCIPAZIONE FEMMINILE, dell’ingresso della donna nel mondo del lavoro, delle grandi battaglie femministe.
Tutti questi rivolgimenti di carattere politico, economico e sociale hanno profonde ripercussioni sull’ UNIVERSO FEMMINILE: cambia la condizione della donna e il suo ruolo all’interno della società, e conseguentemente cambia il suo modo di percepire, esibire, nascondere il proprio corpo.
Con l’avvento del NUOVO SECOLO cadono molti tabù e molti dei pudori che fino a quel momento avevano nascosto il corpo femminile, che si LIBERA DI TUTTE LE COSTRIZIONI da cui era sempre stato intrappolato e inizia a scoprirsi.
E’ l’era del TRIONFO del CORPO.
Nel corso del NOVECENTO le ARTI figurative e plastiche, fino a quel momento principali depositarie della bellezza femminile, lasciano il posto prima al CINEMA e poi alla TELEVISIONE nel dettare i canoni estetici più seguiti.
E’ questo il secolo che ha visto i maggiori e più repentini cambiamenti in fatto di CANONI di BELLEZZA: è stato osservato che più o meno ogni 10-15 anni si è verificata una rivoluzione estetica, che ha portato all’affermazione di nuovi modelli di bellezza femminile, nuove mode e nuovi stili di vita.
Gli anni della BELLE EPOQUE coincidono con la nascita del cinema, della radio e dell’automobile: è un’epoca di grande benessere, vissuta all’insegna della spensieratezza e dell’ottimismo, nonostante il mondo si stia preparando al grande conflitto.
Il teatro, il cinema e la fotografia assumono un peso sempre maggiore sulla MODA, oltre che su tutto il panorama culturale, poiché diffondono nuovi stili di vita, nuovi modelli estetici e di comportamento, status-symbol, tendenze, che si propagano velocemente e in seguito diverranno sempre più popolari.
Verso la fine dell’Ottocento, nel clima culturale del Decadentismo, nasce il mito della femme fatale, affascinante, altera e sensuale.
I canoni estetici della DONNA FATALE non sono rigidi: di solito ha occhi e capelli nerissimi, corpo sinuoso, labbra carnose, sguardo magnetico.
La femme fatale è la grande SEDUTTRICE, perversa, crudele e spregiudicata, la personificazione stessa della sessualità, l’emblema dell’amore carnale, della passione e dell’istinto.
Per indicare questa figura di donna dal fascino ammaliatore, spregiudicata e predatrice, il cinema americano conia il termine “vamp”.
Il fervore ottimistico di inizio secolo viene rapidamente spazzato via dallo scoppio della I Guerra Mondiale, che porta distruzione e morte in gran parte dell’Europa e segna il temporaneo declino dell’ideale estetico improntato all’estrema femminilità ed eleganza affermatosi ai primi del Novecento.
Completamente abbandonata la cura del corpo, la donna non si preoccupa dell’aspetto esteriore e tende ad assumere CARATTERI ANDROGINI.
L’ideale di bellezza femminile cambia radicalmente: cade il mito della donna fatale e si afferma la garçonne, cosiddetta dalla foggia dei capelli, che, per la prima volta nella storia, vengono tagliati corti, alla maschietta. Ora la donna, come un’eterna adolescente, deve avere seno e vita inesistenti e fianchi stretti.
Le nuove icone di bellezza, senza curve, MAGRE e MASCOLINE, simboleggiano l’aspirazione all’uguaglianza e parità tra i sessi.
Alla fine degli ANNI VENTI si scopre il piacere di una pelle femminile abbronzata, non più espressione di appartenenza ad una classe sociale inferiore, ma segno di salute e benessere fisico: COCO CHANEL istiga le donne ad abbandonare l’ombrellino che proteggeva la pelle dai raggi solari, ad eliminare i guanti e ad accorciare le gonne.
A dettare i CANONI della BELLEZZA non sono più i pittori e gli scultori, ma le nascenti dive del cinema muto.
L’icona degli anni VENTI è sicuramente la leggendaria attrice LOUISE BROOKS: bellissima, di una bellezza ancora attuale, slanciata e longilinea, il prototipo perfetto della ragazza flapper, che si contraddistingue per l’indipendenza, l’anticonformismo, la capricciosa volubilità, e nell’aspetto fisico per una figura snella e quasi da ragazzo, sottolineata dal taglio corto dei capelli.
In una società duramente provata dalle ripercussioni della crisi della Borsa americana del 1929, la “maschietta” degli anni VENTI, con i capelli corti e gli abiti prèt -à- porter prodotti in taglia unica, viene considerata superata; torna l’ideale della donna sensuale, femminile ed elegante.
Le donne sentono l’esigenza di rimettere in EVIDENZA le loro forme.
Negli anni TRENTA è di moda un incarnato bianco pallido; il viso è ad effetto “scavato”e gli zigomi ben evidenziati.
I capelli sono rigorosamente tinti, prevalentemente BIONDO PLATINO.
Il regime fascista dedica al corpo della donna un’attenzione precisa e sistematica, tanto che si può parlare di una vera e propria politica del corpo.
Il regime impone l’omologazione del modello femminile: la donna italiana deve avere forme prosperose e fianchi ampi, ed essere forte e robusta; solo così sarà una vera madre e una buona moglie, in grado cioè di occuparsi della casa e della famiglia.
Gli anni QUARANTA sono un periodo di crisi e di grandi ristrettezze: si esce dalla Grande Depressione e si entra nella Seconda Guerra Mondiale, quindi il clima è di estrema austerità, anche in campo estetico.
Lo stereotipo femminile è quello della donna più in carne, evidente reazione alla cronica carenza di cibo che caratterizza questo periodo.
Durante la guerra iniziano a comparire su molte riviste degli Stati Uniti le prime pin-up, ragazze solitamente procaci ed ammiccanti. E’ proprio durante gli anni Quaranta che la donna raggiunge il top della femminilità e della sensualità.
L’icona di questi anni è RITA HAYWORTH: soprannominata “l’atomica” per le sue curve procaci, l’attrice dai fulvi capelli lunghi e ondulati, seducente e sensuale, fa impazzire milioni di uomini.
Dalla FINE DELLA GUERRA si ritorna, abbastanza prevedibilmente, alla procacità e alla sensualità esplicite, evidente indizio della voglia di tornare al benessere.
La DONNA IDEALE ha fianchi tondi, seno esplosivo, gambe ben tornite: una donna in carne, che non si preoccupa delle diete o della cellulite e che rappresenta la speranza dopo la fame della guerra.
E’ l’epoca delle “maggiorate”, il cui corpo è METAFORA del SOGNO di opulenza che vive l’Europa e che si tradurrà nel boom economico.
Negli anni SESSANTA avviene il più importante rinnovamento generazionale del Novecento: è il periodo della dolce vita, delle rivolte sociali, della contestazione giovanile e del femminismo. In questi anni si verifica un’altra grande RIVOLUZIONE ESTETICA, che interesserà tutti gli anni Settanta: si afferma un nuovo modello femminile in totale controtendenza rispetto a quello del periodo precedente, ormai sentito come obsoleto e costrittivo.
Si diffonde la cultura dello SPORT e il fisico femminile da morbido e burroso diventa tonico e scattante. Negli anni SESSANTA le figure si assottigliano, le gambe si scoprono, i capelli si tingono di biondo svedese e gli occhi si ingrandiscono con ciglia finte e pesanti passate di EYELINER.
L’estremizzazione della bellezza femminile verso canoni filiformi avviene con il successo della modella inglese TWIGGY, magra ai limiti dell’anoressia. Con lei nasce la DONNA-GRISSINO.
A partire dagli anni SESSANTA si affermano grandi novità nel costume e nella moda: i BLUE JEANS trovano la prima grande diffusione tra i giovani e si afferma la MINIGONNA, creazione della geniale stilista MARY QUANT.
Gli anni OTTANTA vedono un rinnovato amore per le forme: tutte le icone cinematografiche e televisive assomigliano alla statuaria BARBIE: seno prosperoso, gambe slanciate, vitino di vespa, ventre piatto e sguardo ammaliante.
Nel 1990 viene offerto a KATE MOSS il primo incarico come modella: pallida, con gli occhi cerchiati, è lei l’incarnazione della bellezza minimale di quegli anni, un indiscusso canone estetico ancora oggi in auge.
La magrezza femminile si afferma come ideale estetico e morale poiché al corpo esile vengono attribuiti valori quali ambizione, organizzazione, potere, autoaffermazione sociale.
Oggi, come nel passato, l’immagine della bellezza continua ad essere condizionata dal CONTESTO SOCIALE.
E poiché oggi il nostro stile di vita richiede efficienza, dinamismo, produttività e iperattività, la corporeità femminile deve rispondere ai canoni di snellezza, altezza, fino a sfociare nella MAGREZZA ECCESSIVA.
E così la donna, anziché coltivare e valorizzare la propria unicità, sempre più tende ad aderire passivamente a standard globalizzati, incentrati sull’omologazione dell’aspetto fisico, senza rendersi conto di essere vittima della sindrome di identificazione con la collettività, ovvero di una forma di mimetismo estetico, omologato e socialmente compatibile.
“Lasciamo le belle donne agli uomini senza fantasia”
Marcel Proust, I Guermantes, 1920
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Un escursus interessantissimo,sei partito da Platone “il vero,il bello ed il bene”fino ad arrivare alla rivoluzione estetica degli anni 60,attraversando secoli di storia, raccontando i cambiamenti della figura della donna.Molto bello ed interessante questo post.Bravo.
Bellissimo questo post! Sono affascinata dalla bellezza anni 60.. e sinceramente condivido l’ultima parte del post, si è vittime della sindrome di identificazione con la collettività in molti casi anche solo mentalmente, facendosi del male inutilmente.
Ottimo excursus sulla bellezza femminile sulle tappe fondamentali del suo cambiamento, fino ad arrivare ad un inconfutabile verità: la bellezza femminile è ormai soggetta a canoni standardizzati e ognuno di noi ha perso completamente la sua unicità e soprattuto il fatto che in essa risiede la vera bellezza!!
Che bellissimo post! Davvero mi è piaciuto molto! Ha fatto riflettere perché spesso effettivamente non si sa definire cosa sia effettivamente la bellezza! E qui hai fatto vedere diverse opinioni!
Molto bene!
Nicole
The pink bow
http://thepinkfashionbow.blogspot.it/2013/07/i-love-instagram-5.html
Per me rimane sempre qualcosa di soggettivo, molto interessante come negli anni il concetto ed i canoni di bellezza siano cambiati. Adoro Kate Moss, sono molto d’accordo sull’ultimo punto del post, si tende ad omologarsi a canoni estetici frutto di fattori mediatici e spesso anche corretti e non corrispondenti alla realtà così da cadere vittime anzichè valorizzare la nostra reale bellezza:)
Bellissimo questo post, bravo Renzo, scrivi sempre delle cose bellissime!!! 🙂
un bacio, Roberta
Bellissimo post, come sempre, complimenti
🙂
Liliana
Ciao Renzo!
Purtroppo non tutte le storie hanno un lieto fine e questo post ne è una dimostrazione, se oggi c’è un eccessivo ricorso alla magrezza, hai mostrato che nel 500 si ricorreva a regimi alimentari di grassi e zuccheri per accontentare l’ideale maschile di bellezza. Poi hai posto un dilemma secolare che molti liquidano in tre secondi dicendo che la bellezza è relativa, ma io non credo sia così. Sono più di scuola platoniana, e credo nella bellezza oggettiva. Il vero problema della nostra società però non credo sia quello di capire dove risieda la bellezza oggettiva, ma l’ossessione di volerla raggiungere, pur non sapendo dove sia!
A presto,
Alessandro – The Fashion Commentator
ma che splendido post…la bellezza risiede negli occhi di chi la guarda…è dannatamente vero!!! un bacio
Wow come sempre un post interessantissimo, un bacioooo!!:)
Che belle foto e che bell’escursus, grazie post molto interessante, complimenti!
Caro Renzo, non ti conosco, ma questa carrellata di immagini mi ha emozionata. mi è piaciuta molto davvero. post ben fatto, molto “familiare” il linguaggio, e diretto!
Bello, bellissimo viaggio attraverso la storia della moda femminile. L’ho letto con molto piacere perché la storia mi ha sempre affascinato. Alcune cose le sapevo, altre le ignoravo. Grazie per questo utilissimo excursus!
Lo stile di Artemide
Davvero un bellissimo post!! La bellezza della donna ogni ano si cambia, però si deve avere attenzione per non tornare questo una dipendenza
http://www.cultureandtrend.com/
eh, ma questo non è più un post in un sito di moda, è un’enciclopedia, un post-monumento per ogni argomento……e questo si presta ancor più dei precedenti……aggiungerei che come la bellezza è soggettiva (“non è bello ciò che è bello……” ) anche il concetto di bellezza, la sua definizione è soggettiva…..qui si parla di bellezza femminile, come è nata e come è mutata….in ogni caso legata al senso della vista..se si aggiungessero le altre accezioni del termine, legate ad es. alla natura, ai paesaggi, oppure agli altri sensi, il discorso spazierebbe ancora di più!!!….
interessantissimo articolo!!
http://cassandramakeupartist.blogspot.it/
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Interessantissimo questo post sulla bellezza!
Torna presto a trovarmi su Cosa Mi Metto???
Win your favorite iPaint cover!!!
Che dire, complimenti! Il post più bello che ho letto, bravo!!!!!!!!!!
<a hrFashion Mommy
Post bellissimo e verissimo !! Santa verità : la bellezza risiede negli occhi di chi la guarda :’) questa è una delle frasi che io amo di più !
Un fantastico viaggio dall’antichità ad oggi passando per Barbie! In questo viaggio ho avuto l’impressione – forse perché è la realtà- che il passato sia più bello del presente! Nostalgia?…..
complimenti per questo post. Mi è piaciuto tantissimo, si vede che c’è stata una grande ricerca ed è fatto molto bene. Grazie per tutte le foto, le informazioni. Purtroppo sì la bellezza di allora non è come quella attuale. La bellezza di alcuni decenni fa era piu’ normale, secondo me… e spero che si ritornerà a questi cannoni per la salute delle bellezze attuali.
graditissimo ….bellissimo……come nella vita così per l’arte tutto ciò che affascina è bello . GRAZIE RENZO
Un tuffo nel passato alla scoperta del Bello e della Bellezza davvero molto interessante!!!
Ma poi nelle ultime righe del Post hai perfettamente espresso anche il mio parere, importantissimo al giorno d’oggi e che molte ma molto Donne dovrebbero fare proprio!!
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complimenti, bellissimo post! 🙂
Post ufficialmente entrato a far parte dei miei preferiti!
Hai scelto delle immagini bellissime per “descrivere” la bellezza…ottimo e piacevolissimo post da leggere e foto stupende da guardare con ammirazione 🙂
Bell’articolo, molto interessante, ed è bello pensare che alla fine ognuno da la propria definizione di bellezza. 🙂
Love&Studs
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Mi piace tantissimo come post!Complimenti!
un post ben fatto, molto bella l’analisi della bellezza e soprattutto hai scelto delle icone tra le più belle mai esistite!!! baci
Uno dei post più belli <3
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Grazie Renzo per averci regalato un pezzo di storia. Affronti sempre argomenti affascinanti e molto approfonditi.
Molto interessante, come sempre!! Continueró a seguirti
Bellissimo post, con voi si impara sempre qualcosa! 😀 Splendide le foto!
Once Upon a Time..
Complimenti per il post, entusiasmante!
http://www.rougeandchocolate.com