Diario di una donna perduta: LOUISE BROOKS

“Pelle di camelia, occhi scuri e capelli di seta nera, lucidi come una lacca cinese” : uno sguardo apertamente sensuale, una grazia innocente e una mancanza di pudore che, davanti alla macchina da presa, le conferivano un’ IMMAGINE senza TEMPO. Il suo personaggio divenne il simbolo della “maschietta” degli anni ruggenti.

Dotata di una spiccata personalità, fu emblematica nel rappresentare lo spirito nascosto di un’ epoca : è LOUISE BROOKS , diva degli anni Venti-Trenta.  “LE ALTRE sono DONNE, lei è LOUISE”, proclamava senza mezzi termini Ado Kyrou, critico cinematografico greco. Era il 1957. Fu l’inizio della riscoperta e riabilitazione dell’attrice che durerà fino ad oggi.

Molte le ragioni che avevano impedito a Louise di diventare una star: la LUCIDITA’ istintiva e accanita con cui si era sottratta alle regole del sistema hollywoodiano; il RIFIUTO di firmare dopo il 1928 contratti a lungo termine; l’ INDISCIPLINA, frutto di temperamento ma anche di una diversità e di una solitudine cui intendeva rimanere fedele. Amò profondamente i libri e non finse di essere un’intellettuale, perché lo era veramente.

L’intera vita di Louise Brooks fu attraversata da uno spiccato senso per la VERITA’ e soprattutto per la LIBERTA’,  inclusa quella sessuale.

La sua straordinaria e conturbante BELLEZZA ne fecero subito il PROTOTIPO della donna SEDUTTRICE e l’incarnazione del sesso: erano anni di perbenismo e lei era  “la scandalosa”.

Divenne  OGGETTO di DESIDERIO, maschile e femminile, per intere generazioni.

MARY LOUISE BROOKS nacque a Cherryvale, nel Kansas, il 14 Novembre 1906. Il padre, Leonard Porter Brooks, era un onesto avvocato di provincia mentre la madre, Myra Rude, donna colta ed insegnante di piano, ebbe una grande influenza sul carattere e formazione di Louise spingendola sin da giovanissima, alla musica, alla lettura e alla danza.

Debutto’ a soli 15 anni come ballerina di fila e Georg Wilhelm Pabst la preferi’ addirittura a MARLENE DIETRICH  per “Il Vaso di Pandora” nel 1928, ma la sua carica di erotismo sullo schermo si accentuo’ ancora di più in “Diario di una Donna Perduta”,  film del 1929.

Louise ebbe modo di costruire gradualmente il suo personaggio-tipo degli anni Venti, quello della flapper, la ragazza anticonformista, vivace, grazie anche allo sguardo vivissimo, al fisico quasi androgino, e al celebre taglio di capelli a caschetto.

MAL VISTA nella Hollywood degli anni Trenta per la sua innata incapacita’ di piegarsi alle richieste dei produttori,  fuori e dentro al set, dovette accontentarsi di parti minori e di qualche lavoro alla radio.

Si sposo’ due volte ma entrambi i matrimoni finirono dopo pochi mesi.

Lascio’ il cinema e la celebrità a soli 36 anni; la sua voglia di vivere libera era più forte delle FALSE SEDUZIONI di Hollywood.

Si trasferi’  nel 1943 a New York, in piena SOLITUDINE.

Dopo aver lavorato come semplice commessa in un negozio della Quinta Avenue, capì ben presto che l’unica carriera ben retribuita che le offrivano “in qualità di attrice fallita di trentasei anni, era quella della squillo”, come lei stessa dichiarò.

Solo l’aiuto di un suo ricco ex-amante, che gli accordava in quel periodo un mensile per vivere, la salvo’ dal SUICIDIO.

Guido Crepax dichiaro’ di essersi ispirato ad una foto dell’attrice ed alla sua conturbante malizia, quando creo’ l’eterea e peccaminosa Valentina.

Gia’ malata di enfisema polmonare, Louise Brooks mori’ l’ 8 agosto 1985 per un attacco di cuore.

 “Chi si conforma alla consuetudine passerà sempre per un uomo onesto. Si chiamano persone perbene quelle che si comportano come gli altri”

Anatole France, Crainquebille, 1901

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Renzo Camplone

Da danzatore classico a uomo prodotto. Appassionato di storia della moda, in particolare di quella anni '50 e delle icone che l’hanno caratterizzata...

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