L’ ex-ponte sul fiume PESCARA, oggi utilizzato come percorso ciclo-pedonale, non lontano dalla parte più antica della città, fa da cornice al mio outfit di oggi: la TUTA, densa di storia, prende le mosse dal Futurismo e, in questa occasione, incontra la memoria della città di Pescara.
Siamo nel 1920 quando Ernesto Henry Michahelles, in arte THAYAHT, pittore ma anche originale stilista futurista, inventa la tuta. Ispiratosi ai concetti di funzionalità di BALLA, pensa alla tuta come a un nuovo accordo tra semplicità e comodità: un unico pezzo che comprendesse camicia, giacca e pantalone.
Allacciata sul davanti grazie ai sette bottoni, munita di quattro tasche applicate e priva di orpelli decorativi, la tuta viene creata da Thayaht con l’intenzione precisa di divulgare l’idea di un abito pratico, eversivo, ma soprattutto ANTIBORGHESE. Il termine “tuta” fu coniato da Thayaht stesso per definire l’abito unitario a forma di T. Questo termine però, nell’intenzione di Thayaht, valeva per “tutta” visto che l’indumento vestiva completamente la persona.
Nel 1940, ELSA SCHIAPARELLI crea la shelter-suit: una tuta femminile con punto vita e caviglie segnate e una mini-bag a tracolla. Il modello base, da cui prende ispirazione la tuta, è quello di sciatori e aviatori. La tradizione continua con EMILIO PUCCI, pilota d’aereo, marchese e stilista, che si avvicinò al mondo della moda estendendo la confezione delle tute da neve da lui realizzate per amici stretti, al mercato del settore.
L’aerodinamico continua a essere l’ispirazione trainante ancora per un po’: PACO RABANNE, diede il via alla cosiddetta “moda spaziale” con le jumpsuit in materiale metallico e PIERRE CARDIN con le suits second-skin collocate in scenari fotografici futuristi.
Siamo nel 1966, quando in uno degli scatti di HELMUT NEWTON, è possibile vedere un’altra evoluzione della jumpsuit; quella che segnerà il passaggio tra gli anni 60 e 70: un unico pezzo con pantalone a zampa, firmato da VALENTINO.
E nel 1970, una jumpsuit di YSL, è la prima a calcare la passerella: bianca con maniche lunghe, colletto, pantalone palazzo arricciato in vita e due tasche laterali.
Dalle passerelle ai palcoscenici della musica, il passo fu breve. ELVIS PRESLEY: il vero pioniere. Dal 1969 al 1977 fece della jumpsuit il suo capo icona per eccellenza, da esibire durante i suoi show musicali. Nel 1972 un estroso DAVID BOWIE interpreta il suo alter-ego alieno Ziggy Stardust.
Da quel momento, le star del rock si susseguirono nell’indossare stravaganti suits: indimenticabile Freddie Mercury nella dama bianconera e Mick Jagger in quella a rombi. Chi pensava fosse ormai un reperto archeologico della discodance anni ’70 dovrà ricredersi: la tuta o jumpsuit è tornata e promette di imporsi come must di quest’estate. La tuta-palazzo che indosso in questo servizio fotografico è realizzata in interlock pesante con contrasti in raso lucido sul rever, scollatura profonda e spalline sagomate.
I wear
Jumpsuit: Miss Sixty
Stockings: Calzedonia
Bra: Intimissimi
Shoes: no brand
Bag: vintage
Necklace: local market
Bracelets: local market
Rings: local market
Earrings: local market
Make-up: by myself
Location: ex-ponte sul fiume e Pescara vecchia
Very special thanks to photographer Johan Anastasiadis
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